Con il termine ecobonus si indica una particolare tipologia di detrazione, garantita per privati e aziende sui lavori volti a migliorare il risparmio energetico e a ridurre l’impatto ambientale, sia sulle abitazioni singole che nel condominio.

Rispetto al 2019, l’ecobonus del 2020 garantisce una detrazione fiscale dal 50% al 65% per i lavori su edifici singoli, che possono salire a 75% per i lavori condominiali e, in alcuni casi, al 110%.

Ma come funzionano le detrazioni dell’ecobonus? Qual è la spesa massima? E a chi spetta? Ecco le risposte a tutte le domande in questa breve guida all’ecobonus 2020.

Il funzionamento dell’ecobonus non è sempre facile da capire, dal momento che occorre fare molte distinzioni e specificazioni sulle regole.

Innanzitutto, occorre capire per quali interventi è ammessol’ecobonus. Si applica alle spese sostenute per:

• l’installazione di pannelli solari sul tetto o nei pressi dell’edificio;
• la sostituzione degli impianti di climatizzazione e condizionamento;
• tutti gli interventi di miglioramento termico dell’edificio (incluso il rifacimento di infissi, finestre, porte, pavimenti, coibentazioni ecc.);
• installazioni di dispositivi per la domotica dedicati al risparmio energetico: per esempio, quelli deputati a controllare da remoto l’attivazione degli impianti di riscaldamento.
  

Sull’ecobonus 2020 vi sono diverse notizie e novità, introdotte dal decreto Rilancio del governo, con valore a partire dal 1 luglio di quest’anno, assieme ad alcune iniezioni di liquidità a fondo perduto a sostegno della crescita (p. es. il bonus vacanze).

Innanzitutto, è previsto un bonus maggiore fino al 110%, che può essere richiesto dal 1 luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021 salvo proroga, per tutti i lavori sulla casa deputati a diminuire il consumo energetico o ad adeguare l’edificio alle norme antisismiche (è il cosiddetto “sismabonus”).

Questi superbonus possono essere richiesti solo per alcune tipologie di lavori, quali, innanzitutto, interventi di isolamento termico dell’involucro esterno dell’edificio, sulle superfici opache verticali e orizzontali, se tali lavori hanno un’incidenza di almeno il 25% della superficie disperdente totale lorda dell’edificio. In tali casi, la detrazione massima si applica in base al numero complessivo delle unità immobiliari che fanno parte dell’edificio.

Oppure, sono ammessi per la richiesta di ecobonus anche gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale, eseguiti nelle parti interne comuni degli edifici, con degli impianti centralizzati, di classe energetica almeno A, non solo di raffrescamento ma anche di riscaldamento o fornitura di acqua calda sanitaria.

Le sostituzioni possono essere sia con impianti a condensazione, sia con pompa di calore (o in generale con impianti geotermici anche ibridi), eventualmente in abbinamento con l’installazione di altri impianti di produzione energetica rinnovabile, come il fotovoltaico con sistema di accumulo, o impianti di microcogenerazione.

In questo caso la detrazione massima si applica anche alle spese necessarie per smaltimento e bonifica del vecchio impianto.

In più, quest’ultima tipologia di intervento può essere applicata sia per i condomini che per le abitazioni unifamiliari.

Purché venga eseguito uno di questi interventi, oppure un già citato lavoro di adeguamento antisismico, quindi, l’ecobonus al 110% si applica ai lavori di efficientamento energetico nella loro interezza (seppure all’interno dei limiti di spesa previsti per i singoli lavori), come stabilito già dal decreto legge 63/2013. In alcuni casi, con il sistema di cessione del credito, tali lavori garantiscono anche uno sconto immediato sulla fattura.

Inoltre, un altro requisito prevede che i lavori eseguiti, per poter godere dell’ecobonus, debbano garantire un miglioramento nel consumo e nel risparmio energetico pari a una crescita di due o più classi di efficienza energetica dell’edificio, come stabilito nella scala dell’APE (Attestato di prestazione energetica), sulla base di una certificazione sottoscritta da un tecnico abilitato.

Altri requisiti potranno essere fissati, con decreto del Ministero dello sviluppo economico (MISE), entro 30 giorni a decorrere dalla data in cui entrerà in vigore il D. Lgs. per il Rilancio dell’Italia.

Si ricorda che vi sono anche delle esclusioni dalla possibilità di godere degli incentivi del super bonus al 110%. In particolare, il bonus è riservato agli interventi effettuati sulla prima casa, ovvero sull’abitazione di residenza, per cui sono esclusi gli interventi e i lavori effettuati su una abitazione unifamiliare diversa da quella di domicilio principale.

Come per tutte le agevolazioni, anche per l’ecobonus vi è una spesa massima detraibile, che può essere più o meno conveniente in base alla tipologia di investimenti effettuati.

Infatti, a seconda degli interventi effettivamente svolti, cambierà non soltanto la percentuale di detraibilità, ma anche l’importo massimo di costo ammissibile.

In particolare, il limite massimo di spesa detraibile è pari a:

• 100.000 € per gli interventi di riqualificazione energetica e miglioramento termico degli edifici;
• 60.000 € per gli interventi sull’involucro esterno dell’edificio, di isolamento termico sulle superfici opache orizzontali o verticali, nonché per l’installazione di pannelli solari allo scopo di produzione di acqua calda (valido sia per usi domestici che aziendali, e per coprire il normale fabbisogno di acqua calda in piscine, palestre, strutture sportive, case di cura, ricoveri, scuole e università);
• 30.000 € per gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione e condizionamento invernale, e la conseguente installazione di impianti e caldaie a condensazione, o pompe di calore e impianti geotermici ibridi ad alta efficienza energetica.

L’ecobonus è rivolto a una platea amplissima di potenziali beneficiari, che comprende tutti i contribuenti che possiedono l’immobile su cui verrà effettuato l’intervento di miglioramento energetico.

Ciò si applica sia ai contribuenti residenti e anche a coloro che sono titolari di un reddito d’impresa, purché siano appunto proprietari dell’edificio in questione. In particolare, il bonus si estende a:

• persone fisiche, sia privati o famiglie che esercenti di arti o professioni, indipendentemente dalle aliquote fiscali sui contributi della dichiarazione dei redditi. In questa categoria rientrano anche coloro che sono titolari di un diritto reale sull’immobile, dunque i condomini per tutti gli interventi e i lavori sulle parti comuni del condominio, e gli inquilini che abbiano un immobile in cessione o comodato d’uso a titolo gratuito;
• le associazioni di professionisti;
• contribuenti che siano titolari di reddito d’impresa, ivi comprese sia le persone fisiche che le aziende (società di persone o società di capitali). Ai titolari di reddito d’impresa è concesso di fruire della detrazione fiscale soltanto relativamente agli edifici che sono utilizzati nello svolgimento della loro attività imprenditoriale e aziendale;
• gli enti pubblici o privati che non svolgono una attività di natura commerciale o d’impresa.

Per poter fare la richiesta dell’ecobonus, è necessario possedere e presentare una serie di moduli e documenti, tra i quali si ricordano:

• la dichiarazione del direttore dei lavori, o comunque resa da un tecnico abilitato e certificato, allo scopo di dimostrare che l’intervento e il lavoro realizzato è stato messo in opera in conformità ai requisiti tecnici previsti e richiesti dalla normativa;
• una scheda informativa sui lavori e sugli interventi realizzati per i quali si richiede l’agevolazione;
• l’Attestato di prestazione energetica APE, che ha lo scopo di certificare la classe energetica dell’edificio (secondo la scala di efficienza da G ad A), ed è richiesta anche nei casi di affitto o compravendita degli immobili.
  

L’Attestato di prestazione energetica può non essere presentato, per interventi di:

• sostituzione di finestre e infissi e installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria per le singole unità immobiliari;
• sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale con uno basato su caldaie a condensazione, pompe di calore ecc.;
• acquisto e posa di schermature solari allo scopo di migliorare l’isolamento termico dell’edificio;
• installazione di impianti con generatori di calore basati sulla combustione di biomasse, per esempio legno o pellet, se l’ecobonus viene richiesto per lavori di sostituzione degli impianti di climatizzazione;
• acquisto e posa di dispositivi multimediali di qualsiasi natura.
  

Tutti i documenti, e in particolare la scheda informativa e le informazioni dell’APE, vanno trasmessi all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo dell’economia sostenibile) entro 90 giorni dal termine dei lavori e rigorosamente tramite procedura telematica (e-mail o caricamento sul portale web).

Per quanto riguarda il pagamento della fattura per i lavori interessati dalla richiesta di ecobonus, si può procedere mediante bonifico bancario; fa eccezione il caso in cui l’intervento edilizio in questione sia stato realizzato nell’ambito generale dell’attività aziendale.

Il modello di versamento tramite bonifico bancario richiede l’indicazione della causale del versamento, del codice fiscale o della partita IVA del soggetto (persona fisica o meno) beneficiario della detrazione, nonché del codice fiscale o della partita IVA del soggetto a credito del quale viene versato il pagamento, ossia il singolo professionista responsabile o l’impresa che ha realizzato concretamente i lavori.